Delle due una: violenza o non-violenza? La Juve istiga alla prima, noi rispondiamo la seconda. Forse.

Premessa: Tolstoj pubblicò nel 1894 un testo di straordinaria bellezza: il regno di Dio è in voi. Si racconta addirittura che Guerra e pace fu concepito per poter finanziare quest’opera di difficile se non impossibile pubblicazione. È per lo più sconosciuta. Perché? Semplice, si tratta di una rilettura del cristianesimo non più in chiave mistica ma in chiave antropologica e propone sostanzialmente un principio inderogabile per poter comprendere la figura di Cristo: la non-resistenza al male con la violenza. Esattamente il contrario di quanto ha fatto e fa tutt’oggi la cultura occidentale, chiesa compresa.

A quanto pare il libro finì nelle mani di Ghandhi mentre era ancora a Londra e ispirò e fondò la sua idea dell’esistenza e del modo di poter fare politica.

Perché questa premessa?
Ieri più emboli sono partiti e hanno colpito il mio sistema nervoso e in una notte agitata mi hanno portato alla ormai solita, estenuante, ripetitiva e tragica conclusione.

1) Esiste un sistema recidivo che continua con tracotanza e strafottenza a fare i porci comodi suoi in modo indisturbato.

2) Esiste una folla di addetti ai lavori che sa e infila la testa sotto la sabbia per quieto vivere o per esclusivi ed egoistici interessi economici.

3) Esiste una folla di individui lobotomizzati che al posto di indignarsi rispetto a quanto sono costretti ad assistere, e che coinvolge direttamente le proprie emozioni e la propria intelligenza, fomentati da veri e propri organi di propaganda, stanno sviluppando una tracotanza e una violenza verbale ingiustificabile.

4) Esiste una popolazione civile, lucida e consapevole che vorrebbe poter assistere ad un evento sportivo solo ed esclusivamente per ciò che esso è. Così come accade in tutte le nazioni Europee. Tifosi che possono confondersi tra il pubblico avversario e applaudire indisturbati la propria squadra, tifare la propria squadra senza dover sentire l’esigenza di offendere quella avversaria, e aspettarsi in campo competizione, lealtà e sopratutto arbitraggi imparziali.

Tutto questo in Italia non accade perché una manica di imbecilli tiene sotto scacco lo sport nazionale.

Riguardando i primi 45 min di ieri e leggendo i commenti di esperti e appassionati devo impegnarmi a riconoscere il divario, le differenze tecniche, le leggerezze, la determinazione. La piazza parla commenta giudica e si distrae.

Ieri nei primi 25′ il Napoli ha dominato. Non avendo più il sistema di gioco dello scorso anno, sullo 0-1 bisognava indietreggiare e colpire in contropiede. Alla prima possibilità buona la colonna della difesa avversaria interrompe l’azione con un fallo di mano e non viene ammonito. Io se fossi stato in campo avrei azzannato alla gola l’arbitro, nel pieno dell’adrenalina avrei goduto a sentire i rantoli del suo respiro. Lo sport non può prescindere dalla condizione mentale e nel pieno dell’attività agonistica basta un niente per innervosirsi e indurre l’atleta a commettere errori banali.
Due Hysaj (azione del gol) uno Marek, Dries e Allan, molti meno di quelli commessi dagli juventini quando erano sotto pressione.

Non è stato un caso, una distrazione, una svista. È un anno, santo Dio, che mi sto guardando le partite della Juve, Banti aveva già fatto bene il suo lavoro in due importanti circostanze lo scorso campionato. Perché diamine era a Torino ieri.
L’ammonizione di Koulibaly per fallo su Ronaldo è surreale. Il coglione aveva fatto capa e cesso già in due circostanze e sulla giocata si è lasciato cadere. Lo stesso sulla punizione dal vertice dell’area opposta con Allan protagonista.
Rui? È stato chiaro Carletto, non era fallo, l’arbitro è stato indotto a fischiare dagli juventini.

Il presidente Mattarella ama scassare le palle durante la visita al Quirinale prima della finale di coppa Italia rivolgendosi ai calciatori e allenatori “siete modello e fonte di ispirazione per le giovani generazioni”. Allegri allora ha il diritto-dovere in conferenza stampa di denunciare i cori vergognosi del suo pubblico, e lo stesso devono farlo squadra e dirigenza. Altro che non sento e non vedo.

Eccomi al punto, alla conclusione. Non accade mai NULLA di diverso. Non cambia mai NULLA.
Riprendete pure a ripetere i vostri mantra. Andiamo avanti!

Si scrivono sempre le stesse cose e si è inascoltati. Per quanto mi riguarda a questo punto sono possibili due strade:

A) Tutela della propria intelligenza e sensibilità. Al diavolo il calcio italiano e il Napoli. Opzione civile. Resistenza alla violenza con la non-violenza. Più ne siamo meglio è.
Pensavo di essere al San Paolo mercoledì. Ci rinuncio.

B) Rinnegare Ghandi e Tolstoj. Alla violenza si risponde con la violenza.
In campo metodo Goikochea. Primi obiettivi, Dybala, Pjanjc, Chiellini, Costa. Chiellini al volto però. Così si rifà almeno il naso.
Fuori dal campo intimidazione esplicite all’allenatore della Juve e alla dirigenza. Con azioni eversive.
Formare gruppi Ultrà organizzati tra tifoserie diverse e cercare lo scontro contro contro i tifosi juventini responsabili di non denunciare il degrado morale e sportivo della squadra in cui si riconoscono.
Intimidazioni e minacce anche a coloro che non assumono una posizione netta chiara di esplicita rottura e denuncia contro un sistema fottuto e marcio. Siano essi tifosi o giornalisti di squadre avversarie.

Bene per me è il momento di andare. Abbraccio il crocifisso, Mahatma, Tolstoj, perché da ieri sera la distanza che mi separa dall’essere bombarolo è ormai brevissima.

https://youtu.be/RI19SxiLXkE

 

Ps: cazzo ho dimenticato la terza strada. Prendiamo Marotta allora…

 

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