Il contraffatto di Forcella? No, di Vinovo.

Felice e orgoglioso, un ragazzino sulla spiaggia Mannena a Cannigione, palleggia con il fratellino. Indossa una nuovissima t-shirt bianco-nera, con un grande 36 in evidenza.

Il padre, satollo di gloria, sdraiato al sole, si gusta, snocciolandola parola per parola, la propaganda rosa.

Un secondo ragazzino, desideroso di giocare a calcio con i suoi coetanei, figlio di un dio minore, di quella parte del pianeta che non può permettersi di gioire e di glorificare l’esistenza, per questa parentesi assoluta di perfezione dell’universo – l’apparire della leggenda bianconera – chiede: Ma chi porta il 36?

L’altro: Sono gli scudetti vinti.

Lo sfigato: Come, non sono 34?

Il ragazzino, imbarazzato, corre dal padre a chiedere lumi. Infastidito, l’uomo gli risponde di non dar retta a dei poveri perdenti, è la comprensibile reazione prodotta dall’invidia.

In Italia gira il mito di Forcella, la patria del pacco e del prodotto falsificato. Per cui, lo sfigato chiede: Ma a ro’ l’hai accatat’ sta magliett’, a Forcella?

No, la maglietta è stata comprata nello store dell’Alliance Stadium: il brand quotato in borsa vende prodotti contraffatti. Altro che Forcella!

Più si va avanti nel cammino e più le pieghe si fanno profonde e dolorose. Vi rendete conto in che trappola culturale sono caduti ‘sti due poveri madonna?

 

 

Precedente Il dubbio la prova e la certezza. La Juve è un errore. Successivo Il rispetto e la presa per il culo secondo Allegri

Lascia un commento

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.