Le contraddizioni di una necessaria anomalia narrativa. Sarri e l’addio al Napoli

È la prima volta che sento Sarri dire una balla. Ieri nell’intervista rilasciata al mattino ha dichiarato di non sapere ancora perché non siede sulla panchina Napoli. Non è vero, conosce perfettamente le ragioni del suo licenziamento ma giustamente fa fatica ad accettarle. Sopratutto non digerisce il fatto che proprio la sua onestà e buona fede sia stata utilizzata come pretesto per poterlo liquidare.

Cercherò di ricostruire le ultime fasi del rapporto Sarri-dirigenza del Napoli. Mi preme indicare come la narrazione messa in piedi è illogica, contraddittoria e per molti volti versi volgare. Tuttavia necessaria per un semplice motivo: la personalità di Sarri non è compatibile con le logiche e gli interessi del calcio italiano. Avrei evitato volentieri queste considerazioni se non per il fatto che questo tentativo di contronarrazione tocca, incontra, quel lato oscuro e dannatamente ipocrita del paese, con una pletora di squallidi mercenari sempre pronti a raccontare menzogne pur di portare a casa un tozzo di pane.

Partiamo dall’incontro dell’11 gennaio. Napoli in piena corsa scudetto e impegnato nel mercato invernale per rinforzare la rosa indebolita dagli infortuni di Milik e Ghoulam. De Laurentis raggiunge Sarri in toscana, trascorrono, a quanto pare, una piacevole serata per concordare l’adeguamento contrattuale. Sacrosanto, il tecnico lo merita per tutto quello che riesce ad esprimere la sua squadra. Poiché c’è una clausola, AdL ritiene opportuno distorglielo da eventuali tentazioni e giocare di anticipo: http://www.calcioefinanza.it/2018/01/12/rinnovo-sarri-napoli-ingaggio-clausola-rescissoria/

Quindi l’allenatore è sicuramente soddisfatto e gratificato, AdL conoscendo la serietà del suo “manager” è sicuramente rinfrancato dall’idea che il progetto e la collaborazione si prolungherà nel tempo.

A gennaio inizia tuttavia il poderoso condizionamento dell’opinione pubblica, della lega, dell’aia e dei procuratori, nel danneggiare gli interessi del Napoli. Balle della stampa, caso Younes, Verdi pronto per far rifiatare Callejon che cambia idea perché preferisce crescere ancora due mesi nel Bologna di Donandoni, l’arbitraggio in Cagliari-Juve apre le danze nella pianificazione dei risultati e così via.

L’aria è tesissima, la concentrazione alta, il Napoli potrebbe realizzare un’impresa sportiva avendo a disposizione il quinto fatturato del campionato e una rosa ristretta anche a causa dei due importanti infortuni.

Passa febbraio, siamo a marzo. Stranamente il Napoli in testa alla classifica si ritrova a dover giocare sempre dopo la Juve. Cosa che Sarri fa notare. Se questi vincono sempre, entrare in campo con la necessità di dover vincere conoscendo già il risultato della diretta concorrente, è estenuante. Infatti agli inizi di marzo in Lazio-Juve ancora una volta l’arbitro è protagonista: non da un rigore sacrosanto alla squadra di casa, poi, mentre il Napoli si riscaldava in campo per sfidare la Roma – nella partita che avrebbe permesso l’allungo in classifica – il San Paolo strapieno, resta gelato dal gol realizzato da Dybala all’ultimo secondo. È una coltellata nel fianco. Il Napoli subisce le ripartenze della Roma perde partita e primato mentre gustava l’allungo in classifica.

Nulla è perduto. Siamo ad Aprile. Milano. Sarri conferma l’incontro di gennaio, e sopratutto il desiderio di restare. “Non ho problemi contrattuali, mi è stato offerto l’aumento, l’unico desiderio è quello di poter continuare ad allenare una squadra non stravolta dalle varie bassissime clausole di giocatori importanti, poiché questo vorrebbe dire dover ricominciare da capo e non poter ripagare l’affetto del pubblico”. Basta un minimo di perspicacia e sensibilità per capire che non si ha a che fare con il dubbio se restare o meno, bensì con il tentativo educato e moderato espresso nei confronti della presidenza di fare uno sforzo affinché si riesca a competere anche l’anno seguente. Secondo min: https://www.youtube.com/watch?v=2fQe9_czqUs  

Stranamente AdL sparisce dalla circolazione. Non va nemmeno a vedere la partita del 22 aprile a Torino. Come diavolo è possibile che nel momento clou della stagione, quando sei a due passi dal realizzare un’impresa enorme, non sei accanto alla tua creatura?

Mah? Conosce già l’epilogo? Importanti impegni di lavoro? Vacanze in Florida? A saperlo…

Torino 22 aprile. La condanna a morte di Sarri.

Sono bastati un dito medio mostrato a dei deficienti di tifosi juventini, l’aver inferto la madre di tutte le umiliazioni alla squadra che vanta un fatturato triplo rispetto al nostro, l’aver ridotto il loro allenatore uno straccio, per qualità del gioco e spettacolo durante tutto il campionato.

Kalidou Koulibali, pochi secondi al termine della partita colpo di testa e trionfo nel mai profanato stadio dei rivali. Campionato riaperto.

Campionato riaperto nella nostra immaginazione di tifosi ingenui che mai avrebbero immaginato cosa sarebbe accaduto il fine settimana successivo.

https://www.tuttonapoli.net/in-primo-piano/tuttosport-il-chelsea-ora-punta-davvero-sarri-pronto-un-contratto-super-nel-mirino-anche-due-azzurri-353582 

Guardate cosa offre tuttosport la mattina del 28 aprile. Chi firma l’articolo? E queste dovrebbero essere le indiscrezioni che indussero AdL a spazientirsi o temere l’improvvisa partenza del tecnico tosco-napoletano?

L’imboscata del 28 aprile è nota. Quanto accadde il giorno successivo anche. Il mio punto di vista sulla posizione che avrebbe dovuto assumere la società pure: non scendere in campo a Firenze. Fu in quella circostanza che nacque questo blog. Un paio di giorni dopo, sempre tuttosport, che non è solo un organo di disinformazione o semplicemente la pravda, al pari di molte testate nostrane, ma anche un veicolo con messaggi da interpretare, pubblica questa notizia: https://www.calciomercato.com/news/mazzola-scudetto-alla-juve-meritato-spalletti-sbaglia-piu-di-ors-17513

Se deve essere Mazzola a riconoscere e sancire la regolarità del campionato allora non vi sono più dubbi. Nel 2018 non abbiamo assistito ad una semplice imboscata juventina, che per principi ormai noti e infantili deve vincere 10 titoli di fila, bensì ad una vera e propria operazione pianificata che non permettesse al Napoli di Sarri di vincere. Perché?

Troppi masanielli in giro per l’Italia. I peggiori hanno già vinto le elezioni. Il nostro mina la credibilità dello sport nazional popolare giocando a fare la rivoluzione. “Prendere il palazzo, i campi sono inadeguati, gli orari folli, l’organizzazione della programmazione manipolata, le magliette indecenti, i giornalisti ridicoli, lo spettacolo indegno, una città intera è ai suoi piedi”. Siamo sempre nel campo delle supposizioni. Manca la prova.

La settimana trascorre nel silenzio assoluto. Tutti i tifosi italiani si sono indignati perché hanno assistito a qualcosa di scandaloso. Ma sarà accaduto qualcosa a livello dirigenziale? Nicchi avrà chiesto ad Orsato della sua scelta? Malagò avrà chiamato De Laurentis per un confronto? Possibile che non si assiste a nessuna presa di posizione eclatante?

È accaduto tutto il necessario per cercare di salvare il salvabile, certo, ma non per tirare fuori dal guado uno sport appassionante ma per nascondere ancora una volta tutto il lerciume sotto il tappeto e far ripartire la giostra.

Sarri paradossalmente ha distrutto la credibilità del calcio italiano grazie al gioco e a suon di gol. Ha semplicemente fatto bene ciò per cui è stato pagato. Creare spettacolo e bellezza in campo con gli strumenti che la società gli ha messo a disposizione. Cercare la vittoria finale sapendo che non può essere mai scontata.

La mattina del 5 maggio la prova inconfutabile di cosa è accaduto durante la settimana di silenzio all’interno del famoso “palazzo” del malaffare. Mi sveglio, preparo il caffè e do uno sguardo alla rete. Sul napolista trovo questo: https://www.ilnapolista.it/2018/05/de-laurentiis-scudetto-rubato-sarri/

Come è possibile? Che razza di dichiarazioni sono queste? Non finisce qui. Le dichiarazioni sono congiunte. Si, ma sempre dello stesso presidente, che come un Giano bifronte sulla testata nazionale scarica Sarri attribuendogli le colpe del mancato scudetto e attraverso i suoi organi di disinformazione locale si presenta di tutto punto per accusare il sistema.

Inizio della manfrina e scelta già fatta grazie alla disponibilità di Ancelotti per cercare di salvare il salvabile del miserabile calcio italiano: https://www.youtube.com/watch?v=DmMFQzVEFWI

Da vedere tutta l’intervista dell’elegante Alvino. Nemmeno il miglior teatro di Edoardo riuscirebbe a raggiungere simili vette. E soprattutto vi prego di andare al min 6,30 per vedere con quale straordinario talento AdL inizia la narrazione necessaria a giustificare la scelta realizzata dal sistema: il licenziamento di Sarri.

Si tratta di far capire ai napoletani sconvolti per quanto è successo, che Sarri è indeciso è insicuro che forse non merita una società forte come il Napoli, società che ha umiliato credendola incapace di trattenere i suoi campioni migliori.

Poi il 18 maggio passo indietro dettato dalla necessità di essere credibile. http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/napoli/napoli-adl-vicino-a-sarri-a-tavola-alla-cena-della-squadra-lui-autore-e-scultore-della-grande-bellezza-_1214425-201802a.shtm

Infine Sarri dall’autore della grandezza bellezza ai 91 punti record personale.

Si festeggia con lo champagne lo scudetto di cartone dopo il Crotone. Ormai basta annunciare che il tempo è scaduto. Si badi che Sarri sotto contratto non poteva dir nulla, aspettava la rimodulazione del contratto promesso a gennaio e si aspettava le garanzie per poter essere in condizione di salire l’ultimo gradino di perfezione e potersela giocare di nuovo con la Juve.

  1. Quale responsabile di azienda licenzia il proprio manager nel momento in cui si profila il raggiungimento del miglior risultato possibile e la migliore efficienza? Ossia soldi e vittoria.
  2.  Se si ritiene di avere la possibilità di fare un passo in avanti attraverso una nuova guida tecnica, da milioni di follower e decine di trofei, che bisogno c’è di giustificarla inventandosi la storia della titubanza di Sarri che non ha mai detto di voler andare via?
  3. Chi ritiene che il rapporto si sia incrinato la precedente estate o nel post Madrid in CL , come giustifica il viaggio di gennaio in Toscana.

E così giustamente un giorno all’improvviso, a settembre, il comandante intervistato dal mattino ricorda a tutti noi che dopo due mesi di menate vergognose ancora non ha capito che diamine è successo.

A no certo è stata colpa di Bobò e del corso di inglese iniziato mesi fa.

Ps: c’è ancora un piccolo dettaglio da chiarire. È stato il più grande affare di AdL e anche la soddisfazione per il pacco rifilato all’acerrimo nemico. Dopo averlo offeso in vari modi mentre segnava a più non posso, lo mise nella condizione di andarsi a cercare il pagatore della clausola. Qualcuno in Italia non avendo ancora idea di chi lo stesse allenando, vedendolo segnare fior di gol, si illuse di andarsi a prendere la champions. Cento milioni! Min 3,50. Fantastico e geniale!

https://www.youtube.com/watch?v=hji-ezj2q5k

 

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