L’ultima farsa. Campionato 2017-18

Dal “fino alla fine” all’ “inizio della fine”.

Il progetto firmato Andrea Agnelli, post calciopoli, prevede la vittoria di 10 campionati successivi. Questa è la ragione per cui sono disposti a qualunque cosa pur di raggiungere il loro fine. Molte delle operazioni sono deprecabili, ma legittime, poiché in linea con la loro forza economica. Per esempio, indebolimento e destabilizzazione delle squadre avversarie. Altre invece sono una rete ben consolidata di strategie, molte illegali, che permettono di controllare l’andamento del campionato, per potersi assicurare tra marzo e aprile la vetta della classifica e la conquista di un ormai inutile cimelio.

Bisogna fermarli!!!

1) Isolare le loro provocazioni. Sono deliri di onnipotenza. Inutile qualsiasi confronto. L’unica condizione dialettica è che riconoscano i furti perpetrati impunemente nel corso degli anni.

2) Considerare criminali e folli tutti gli argomenti pompati dalla propaganda dell’opinione pubblica. Non hanno alcun valore né alcun rapporto con la realtà. Tutt’altro, dimostrano il contrario di ciò che vogliono legittimare. Non esiste nessuna leggenda bianconera, ma solo una tristissima deriva culturale e truffaldina che si perpetua da decenni.

3) Qui non si tratta di difendere gli interessi della altre squadre o la credibilità del più importante evento sportivo nazionale, piuttosto di avere a cuore intelligenza, sensibilità, sportività e cultura di una nazione e di gran parte delle giovani generazioni della loro tifoseria.

4) La vittoria non può essere l’unica cosa che conta. È da pazzi, da clinica psichiatrica far passare con orgoglio un messaggio del genere. Non si vive per vincere e non si gareggia per vincere. Come diavolo è possibile riconoscersi in questo motto?!? Si vive e si partecipa a tutte le rappresentazioni della vita, cercando di riconoscersi nella gioia e nel rispetto dell’altro. La vittoria è il mezzo per realizzare una catarsi culturale, non un fine per spazzare via qualunque cosa si piazzi davanti.

5) Ostentare la vittoria, impunemente, laddove una condanna chiara e irrevocabile dichiara che due trofei non sono stati assegnati, è la prova evidente che i responsabili di questo messaggio culturale e sportivo agiscono in totale malafede e nell’assenza del rispetto per le regole.

6) Ragion per cui, inutile ormai qualsiasi prassi giuridica sportiva e ordinaria, la sola strada percorribile è culturale. Chi ha a cuore lealtà sportiva e bellezza della competizione deve potersi schierare e manifestare il proprio disappunto. Come? Consapevolezza inconfutabile delle argomentazioni e partecipazione collettiva, che induca i soggetti in questione a vergognarsi dello scempio che hanno prodotto.

È necessaria la creazione di un movimento di opinione che si riconosca in un motto, tipo “2018-l’inizio della fine” che unisca tutte le tifoserie nazionali ed europee e attraverso l’intelligenza collettiva, con il contributo di ogni singolo sapere, giuridico, tecnico, economico, finanziario, politico, andare a colpire sistematicamente l’ormai evidente e puntuale procedura con cui si realizza questa messinscena puzzolente.

Pensiamo un hashtag, facciamolo girare e inchiodiamoli alle loro responsabilità, attraverso una campagna culturale esemplare.

 

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