Il crepuscolo della Juve

Riprenderemo spesso Nietzsche lungo il cammino. Poiché, per disintegrare questo errore della contemporaneità culturale italiana, la leggenda bianconera, bisognerà pensare con il martello. Appunto di una leggenda si tratta, di un mito, una trasfigurazione della coscienza, dell’immaginazione. I personaggi eroici del racconto vengono trasfigurati ed esaltati, per sostenere esemplarità e unicità. Il mito alimenta le vittorie e le vittorie il mito. Personaggi sostanzialmente mediocri diventano eroi, riferimento dell’immaginario collettivo, inattaccabili semidei, che difendono e scrivono le pagine di questo racconto immaginifico.

Il “Crepuscolo degli Idoli” lo parafraseremo con “crepuscolo della Juve”.

Uno degli aforismi più belli del testo è: L’uomo è soltanto un errore di Dio? O forse è Dio soltanto un errore dell’uomo?

La teologia calcistica lanciata sul mercato dalla famiglia Agnelli, ha sicuramente creato la figura del tifoso errante. Ossia del tifoso che nell’errare si trasforma in viandante incosciente, che cerca Dio nella piazza del mercato. Nulla è più semplice. Undici figurine bianconere, con la scritta Dio e il paradiso esiste. Viceversa, se ad alimentare quella teologia bianconera è l’immaginazione errante dell’uomo, non si può non concludere che la Juve è un errore dell’uomo. Quel racconto immaginifico esiste e si alimenta nello stesso modo con cui si sono affermate, nel corso della storia, le più grandi idiozie, i più grossi equivoci.

L’immaginazione però deve alimentarsi. Non è un dono innato della coscienza. Serve fantasia, servono penne scaltre che non notano agghiaccianti simulazioni e vedono capolavori nelle più noiose rappresentazioni. Servono quintali di malafede che non denunciano la manipolazione sistematica di quel presupposto sportivo fondamentale: si gioca ad armi pari, al netto ovviamente del valore della squadra. Come può un racconto banale e squallido, confermato da prove filmate, registrate, lampanti, trasformarsi in epica leggendaria? Servono il terreno fertile della coscienza errante e il seme della demenza: Mario Sconcerti afferma impunemente: La Juve è immensa ma da sola non basta. Anche solo pensarlo è un ossimoro. Oggi il punto d’equilibrio di tutto è diventato il suo successo. Finché vince la Juve non perde davvero nessuno, va in fondo tutto come la natura ha deciso. Ma tante vittorie di seguito hanno spento la voglia di competere degli altri. Perfino Sarri sembra rassegnato.

Sarri è rassegnato perché il tavolo è truccato, non perché la Juve è immensa. Immensa un cazzo! Un immenso crimine avrebbe dovuto dire. Solo i farabutti si siedono al tavolo per portare la merenda a casa, chi capisce la magagna e non ha intenzione di alimentarla, prima di sedersi ci pensa un milione di volte. Da qui l’attesa e forse l’addio.

Intanto la tavolata è enorme. Da nord a sud. È allucinante che in quello che dovrebbe essere un paese democratico esistono solo due, due giornalisti che della tavolata si son rotti le palle. Pistocchi e Ziliani.

 

 

 

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