Una frode sportiva che rischia di perdersi tra le pieghe del diritto

https://vanvitellimagazine.unicampania.it/images/2018/06/locandina_11-06-18.pdf

Breve appunto sull’importante iniziativa organizzata dall’università Vanvitelli.

Dalla locandina e dalla definizione degli interventi, metto in risalto tre aspetti:

1) Racconto televisivo, radiofonico, ma soprattutto giornalistico – aggiungo io – non mettono in dovuto risalto che il Napoli avrebbe meritato lo scudetto e che la Juve è stata avvantaggiata.

2) Il campionato “sembra” falsato e si gettano “ombre” sul suo regolare andamento.

3) Definizione di verità e falso, linea di confine e frode sportiva.

Dall’episodio di Cagliari-Juve, indicato nel precedente post, fino alla farsa di Milano del 28 aprile, una sequenza di episodi apodittici – che non vanno dimostrati e su cui non c’è spazio di confronto o perplessità – affermano una sola cosa: la Juve in almeno sei occasioni, tutte nei momenti decisivi, “è” stata aiutata. Quindi, sarebbe opportuno riporre quel “sembra” e soprattutto quel “non ci sono ombre”, poiché ci sono immagini e situazioni arbitrali che, attraverso il principio della discrezionalità, inchiodano in modo limpido e solare ognuno alla propria responsabilità. Per esempio, l’uso del Var in modo unidirezionale, si veda Benevento-Juve. https://it.eurosport.com/calcio/serie-a/2017-2018/la-moviola-di-benevento-juventus_sto6704112/story.shtml 

Se una telecamera riprende un ladro nell’atto di rubare, come si può dubitare di ciò che le immagini mostrano? Certo, è possibile indagare sul contorno che induce al reato. In chiave processuale possono esserci molte varianti. Ma la follia del caso Juve è la negazione dell’evidenza. Questa può darsi proprio attraverso il racconto immaginifico. Il primo punto messo in evidenza. Non solo non si mette in risalto il merito del Napoli, ma se ne sminuisce il contenuto, attaccando persino il suo allenatore; mentre si esalta a tal punto la dote del ladro, da asserire che nelle immagini è il derubato che inganna il ladro, infilandolo in una situazione in cui sembra di voler rubare, ma in realtà è la vittima che tenta di ingannare l’aggressore. Un illusionismo che si trasforma in strategia conoscitiva. Dinamica presente a più livelli nella nostra società.

Il racconto immaginifico è determinante. È quello che butta sotto il tappeto tutta la schifezza e riordina in modo esemplare il salotto, in modo che almeno i due terzi della tifoseria, con il cervello lavato via, possano alimentare l’indotto di una frode sportiva.

I giornalisti responsabili, che non mettono in risalto quanto accade, non da quest’anno, ma puntualmente ogni anno, andrebbero radiati e denunciati. Al contrario, in Italia sono stati imbavagliati gli unici due che hanno alzato dubbi: Pistocchi e Ziliani.

La società juventina manomette il prezzo del mercato per gli affari della concorrenza, possiede squadre satelliti con tesserati a stipendio, controlla l’opinione pubblica, la classe arbitrale, la lega, manomette il calendario a proprio favore. Tutte cose lapalissiane, solari, riconosciute da quel resto della tifoseria nazionale, che non abbraccia la fonte di una truffa.

Ora, ben venga l’approccio giuridico, ma come spesso accade, a voler insistere sulla ricerca della verità, si finisce per sminuirne il contenuto apodittico.

Poiché è evidente quanto accade nel campionato italiano, e lo sanno perfettamente calciatori, dirigenti, società, giornalisti e tifosi, accanto a questa bell’iniziativa, sarebbe auspicabile affrontare il tema in chiave sociologica e neuropsichiatrica.

“Profilo e contenuto di una società allo sbando, il fenomeno Juve nel calcio italiano”

“Uno studio sull’influenza dell’opinione pubblica e del potere nel determinare un disturbo metacognitivo. L’incapacità critica indotta nelle tifoseria juventina”

Per chiudere, un appunto al responsabile della società vittima, in questa circostanza, dell’inganno. Visto che una delle ragioni per cui tutto avviene alla luce del giorno è l’influenza di eminenti giornalisti, sarebbe preferibile mandarli a fanculo, piuttosto che adularli: https://youtu.be/BMY4XldTbI4

 

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